CRISTALLO DI ROCCA


“La nostra chiesa celebra diverse feste che toccano il cuore. E’ difficile immaginare la più dolce delle Pentecoste e più grave e sacra della Pasqua. Ma una delle Feste più belle la Chiesa la celebra quasi nel mezzo dell’inverno, quando le notti sono pressoché le più lunghe e le giornate più brevi dell’anno, quando il sole sta più obliquo sui nostri campi e la neve copre tutta la campagna: la Festa di Natale…”
Adalbert Stifter – Cristallo di Rocca – Incipit

La vicenda è ambientata in una comunità di montagna, al confine fra Italia e Austria, dove da tempo immemorabile due paesi sono divisi da accesa rivalità. Due bambini, fratello e sorellina, si perdono fra le montagne innevate dopo essere andati a visitare i nonni; Joseph, il padre dei bambini, è nato e cresciuto in uno dei due paesi, mentre la moglie proviene dall’altro. Grazie a questo evento l’odio viene messo da parte e gli uomini di entrambi i villaggi si uniscono per le ricerche. Tratto dall’omonimo racconto di Adalbert Stifter.






“Poi anche per gli occhi cominciò ad accadere qualcosa. Mentre i bambini sedevano così, nel cielo dinanzi a loro una luce tenue sbocciò in mezzo alle stelle e tese tra esse un debole arco. Aveva un bagliore verdastro, che lentamente si diffondeva verso il basso. Ma l’arco divenne sempre più luminoso, finché le stelle si ritrassero impallidendo al suo cospetto. Anche in altre zone del cielo inviava un riflesso di un verde brillante che fluttuava dolce e vivo tra le stelle. Poi sulla sommità dell’arco sorsero fasci di luce variopinta, simili alle punte di una corona, e presero a risplendere. La luce fluiva chiara per le regioni più prossime del cielo, sfavillava sommessa, e attraversava vasti spazi guizzando lievemente. Forse la materia tempestosa del cielo si era tesa a tal punto in seguito alla straordinaria nevicata da effondersi ora in quei muti e magnifici fiumi di luce, o forse era in gioco un’altra causa dalla natura imperscrutabile. A poco a poco la luce si fece sempre più debole, i fasci si spensero per primi, finché per gradi e impercettibilmente l’arco si restrinse e di nuovo nel cielo non rimasero altro che le migliaia e migliaia di semplici stelle. I bambini non scambiarono una parola, rimanevano seduti e guardavano il cielo a occhi spalancati.”






















Le recensioni su “Cristallo di rocca”
di LIBERTADIPAROLA7e
Un gruppo di alpinisti trova il corpo di un uomo perfettamente conservato nel ghiaccio. Alcuni anziani lo riconoscono. Si chiama Martin ed era scomparso parecchi anni prima. A questo punto raccontano ai nipoti…Film natalizio commovente (ma a tratti l’atmosfera è straniante) e sopratutto curioso nella trama. Dopo DOVE COMINCIA LA NOTTE e LA VALLE DI PIETRA Maurizio Zaccaro aggiunge un altro strano ed interessante film al suo percorso cinematografico, purtroppo diventato oramai (quasi) solo monopolio televisivo. C’è ne vorrebbero di registi come lui nel sempre più misero panorama cinematografico italiano!
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di Antonio 08 stelle
La notte di Natale, in alta montagna, due bambini, fratello e sorella, si smarriscono, perdono l’orientamento e attraversano un regno misterioso di neve, pietra e ghiaccio. La lunga notte trascorsa in una grotta è carica di insidie, di seduzioni e di mistero, (la grotta di Betlemme?) ma al tempo stesso è trepidante attesa del giorno nuovo, speranza di salvezza in una fuga dal pericolo e dall’ignoto. I bambini vengono trovati e salvati dal misterioso e suggestivo Martin, che qui rappresenta la figura cristiana di colui che salva perdendo la propria vita, quindi è lui , a mio avviso, il vero protagonista della storia. È bravissimo, Franco Castellano ad impersonalo. Tratto dal libro di Stifter, racconta una storia sottile e complessa, carica di sensi che vanno oltre l’orizzonte salvifico del prodigioso finale e lasciano intravedere nell’esperienza dei fanciulli smarriti la realtà della condizione umana. Il fascino di “Cristallo di rocca” – originariamente intitolato “La notte santa” – sta proprio nella felice ambiguità tra rappresentazione realistica e rappresentazione simbolica, tra vicende e spazi verosimili e il tempo mitico della sua cornice solo apparentemente favolistica., narrata con un occhio particolare alla tradizione di un Natale Vero che, oggi, vivono solo coloro che riescono, in qualche modo, a sottrarsi al modernismo e al consumismo
Ho visto un film vero, meraviglioso. Il candore della neve fa da naturale sfondo ad una storia di uomini e donne di tempi che purtroppo non ci sono più. Ho visto finalmente, dopo tanto tempo, un film sul Natale vero, pregno di significati morali e, perché no, cristiani. Suggestivo, nostalgico (per quelli che hanno la mia età) dona una sana atmosfera natalizia, lontanissima dalle festività paganizzanti e consumistiche entro le quali oggi purtroppo ci ritroviamo a vivere, e, almeno per me, a non condividere, ma a soffrirle più che a sopportarle. Questo film, fino a poco tempo fa per me sconosciuto, mi ha ridato il profumo del vero Natale. Bellissimi i dialoghi, come: “Sui monti c’è Dio” – “Dio è sempre lo stesso” – “Sì, ma sono io a non essere sempre lo stesso”. Vera poesia. Bravi gli interpreti, voglio solo citare in particolare Franco Castellano, bravissimo, misurato, nel dar vita ad un personaggio suggestivo nella sua profonda umanità e nella sua sensibile bontà. Bravi Virna Lisi e Leo Gullotta. Franco Castellano, da rivalutare, bravissimo!
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di teaestefano
Il livello è decisamente sopra quello dei film per la TV. La matrice televisiva si sente qua e là, ma la realizzazione è buona, il messaggio lodevole, e la noia non si affaccia mai. Virna Lisi è bravissima, specie nelle parole che chiudono il film. Il racconto di Adalber Stifter c’è tutto o quasi, ma la vicenda è stata notevolmente aumentata. Non si capisce, tuttavia, perché il regista abbia trasformato il padre dei bambini in un uomo piuttosto freddo ed egoista e abbia dato il ruolo all’unico attore fuori parte. Per il resto, i bambini sono perfetti, e anche Leo Gullotta fa il suo. L’atmosfera di Stifter è resa comunque abbastanza bene e il film è certamente da vedere. Coi Bambini.
Di Lor-cio
Non male, sicuramente sopra la media televisiva, ma talvolta retorico ed enfatico. Comunque, una storia di Natale originale, realizzata in modo dignitoso da un regista che dà il meglio di se quando si parla di bambini.





Questo video è la versione ridotta in lingua tedesca della miniserie originale in 2 puntate , “scorciata” di almeno 80′

GERMAN AND AUSTRIAN TV-VERSION NOT APPROVED BY FILM DIRECTOR AND SCREENPLAYER MAURIZIO ZACCARO
LOCATION DEL FILM
Casere, ultimo paese della Val Aurina (Brunico)
https://it.wikipedia.org/wiki/Casere_(Predoi)

RICORDANDO
Virna Lisi – Attrice

Omero Antonutti – Attore

Piero Nuti – Attore

Franca Maresa – Attrice

Categorie
mauriziozaccaro Mostra tutti
Regista e sceneggiatore italiano.
Italian film director and screenplayer.