IL PICCOLO MARE

IL PICCOLO MARE.
Regia di Maurizio Zaccaro (It. 2013, 65′)
Il Marecchia, importante fiume della Romagna. Un mondo che si affaccia sulle sue acque: le attività dell’uomo, le industrie e i piccoli artigiani, il fluire dei giorni e delle stagioni, il mutare dell’ambiente. Un viaggio in una valle di primordiale bellezza. Compagno silenzioso delle genti di Romagna, il Marecchia è
un fiume carico di cultura e segreti che meritano d’essere svelati. Raccontato in questi termini potrebbe
sembrare un film a sfondo ecologico ma non è così. L’ordito del progetto è sostenuto infatti da vari “mediatori del racconto” che incoraggiano lo spettatore a farsi condurre per mano “per molte strade” dove a volte la realtà è diversa da quello che in apparenza è.

THE SMALL SEA.
Directed by Maurizio Zaccaro (It. 2013, 65′)
The Marecchia, an important river in Romagna. A world overlooking its waters: the activities of man, industries and small artisans, the flow of days and seasons, the changing environment. A journey through a valley of primordial beauty. A silent companion of the people of Romagna, the Marecchia is a river laden with culture and secrets that deserve to be revealed. Told in these terms it might sound like a film with an ecological background, but it is not. In fact, the warp of the project is supported by various “story mediators” who encourage the viewer to be led by the hand “along many roads” where sometimes reality is different from what it appears to be.



Storia e vita di una terra, attraverso i racconti di chi la vive. Artigiani di mestieri dimenticati, artisti, imprenditori. Ma soprattutto lei: la Natura. Sola e quasi indifesa davanti all’uomo.
History and life of a land through the stories of those who live it. Artisans of forgotten trades, artists, entrepreneurs. But above all, her: Nature. Alone and almost defenseless before man.
NOTA DI REGIA
Girare “Il piccolo mare” è stato come fare un film sui tuoi vicini di casa. La Val Marecchia è questo per me. Qualcosa che conosco da sempre e di cui mi piace parlare. Amo profondamente questa terra e la sua gente, che poi, dopo tanti anni vissuti qui, è anche la mia gente.
Il filo conduttore di questo progetto è la trasformazione, a partire dallo scorrere dell’acqua. Ho voluto rappresentare il pericolo che ogni caratteristica che identifica la Val Marecchia possa scomparire da un giorno all’altro in nome del progresso. L’antica bottega di stampa ne è un esempio. I giovani si avvicinano affascinati ai mestieri tradizionali, ma poi la fatica li scoraggia e quasi nessuno porta avanti la tradizione. Il pittore che dipinge i suoi ricordi di infanzia sa benissimo che costruire un teatro istituzionale spazzerà via per sempre l’emozione viva del teatro di strada. Ma anche l’azienda che ha bisogno di una nuova autostrada, per velocizzare i trasporti, dal suo punto di vista ha ragione.
Ho lavorato in completa solitudine, fatta eccezione per uno o due episodi in cui sono stato aiutato da qualche amico. Sono stati 2 anni di riprese, non senza difficoltà, anche economiche (ho rischiato di lasciarlo incompiuto se non fosse intervenuto Roberto Valducci, imprenditore romagnolo e mecenate d’altri tempi). Iniziare con la ricerca delle sorgenti del Marecchia “più misteriose delle sorgenti del Nilo” perché l’acqua è testimone di tutti i cambiamenti della valle e finire con l’immagine della neve al mare, evento anche questo insolito e meraviglioso. Come dice Tonino Guerra: “Le autostrade fanno viaggiare bene le auto ma distruggono la poesia.” E anche quando, sempre Guerra, parla dell’incanto di Ezra Pound per questa terra, si capisce che la potenza della Natura non può essere rimpiazzata dal progresso, non nella sua interezza almeno.
Amo la parte in cui parla Tonino Guerra. “Le parole cambiano di sapore a seconda di come tira il vento” dice con la disarmante semplicità che lo distingue E sempre a Tonino si lega l’immagine delle lastre tombali di Fellini e Giulietta Masina, messe lì in un campo di Petrella Guidi come se fossero vere. Uno ricordo, ma anche uno scherzo che lui ha voluto fare ai turisti. La gente pensa che siano davvero sepolti lì e così, nel tempo, si è creato un alone di mistero intorno alla vicenda: saranno lì o saranno a Rimini? Tonino amava creare stimoli di questo tipo. Sono opere d’arte.
Maurizio Zaccaro, febbraio 2013
DIRECTOR’S NOTE.
Shooting “The Small Sea” was like making a film about your neighbors. The Marecchia Valley is that for me. Something I have known forever and like to talk about. I deeply love this land and its people, who then, after so many years living here, are also my people.
The common thread of this project is transformation, starting with the flow of water. I wanted to represent the danger that every characteristic that identifies the Marecchia Valley could disappear from one day to the next in the name of progress. The old print store is an example of this. Young people become fascinated by traditional crafts, but then fatigue discourages them and almost no one carries on the tradition. The painter who paints his childhood memories knows full well that building an institutional theater will forever wipe out the living emotion of street theater. But the company that needs a new highway, to speed up transportation, is also right from his point of view.
I worked in complete solitude, except for one or two episodes where I was helped by a few friends. It was 2 years of filming, not without difficulties, including economic ones (I risked leaving it unfinished if Roberto Valducci, a Romagna entrepreneur and patron of yesteryear, had not intervened). Starting with the search for the springs of the Marecchia “more mysterious than the headwaters of the Nile” because water witnesses all the changes in the valley and end with the image of snow at the sea, also an unusual and wonderful event. As Tonino Guerra says, “Highways make cars travel well but destroy poetry.” And even when, again Guerra, he speaks of Ezra Pound’s enchantment with this land, it becomes clear that the power of Nature cannot be replaced by progress, not in its entirety at least.
I love the part where Tonino Guerra speaks. “Words change in flavor depending on how the wind is blowing,” he says with the disarming simplicity that distinguishes him And always with Tonino is linked the image of Fellini and Giulietta Masina’s tombstones, placed there in a field in Petrella Guidi as if they were real. A reminder, but also a joke he wanted to play on tourists. People think they are really buried there and so, over time, a halo of mystery has been created around the affair: will they be there or will they be in Rimini? Tonino loved to create stimuli like that. They are works of art.
Maurizio Zaccaro, February 2013

Il piccolo mare (Maurizio Zaccaro, 63’) —
Sceneggiatura: Maurizio Zaccaro. Fotografia: Maurizio Zaccaro. Montaggio: Dario Indelicato. Musica: Andrea Alessi, Theo Teardo. Interpreti: Tonino Guerra, Alfonso Marchi, Annalisa Teodorani, Matteo Giorgetti. Produzione: FreeSolo Produzioni.
Il film si snoda lungo gli argini del Marecchia, piccolo fiume della Romagna, scandagliando il mondo che si affaccia sulle sue acque; le attività dell’uomo, le grandi industrie e i piccoli artigiani, il fluire dei giorni e delle stagioni, il mutare dell’ambiente. Un lento viaggio in una valle ancora intatta, di primordiale bellezza, un po’ di qua e un po’ di là, come concede il cinema libero e indipendente. Il Marecchia ha una storia straordinaria, a cominciare dal suo antico nome “Maricula” o Piccolo Mare per i Romani. Compagno fedele e silenzioso delle più schiette genti di Romagna, il Marecchia è un fiume carico di cultura e segreti che meritano d’essere svelati; con il dovuto rispetto che ogni fiume merita.
The film winds along the banks of the Marecchia, a small river in Romagna, probing the world that faces its waters; the activities of man, large industries and small artisans, the flow of days and seasons, the changing environment. A slow journey through a still intact valley of primordial beauty, a little here and a little there, as free and independent cinema grants. The Marecchia has an extraordinary history, beginning with its ancient name “Maricula” or Piccolo Mare for the Romans. A faithful and silent companion of the most outspoken people of Romagna, the Marecchia is a river loaded with culture and secrets that deserve to be revealed; with the due respect that every river deserves.
Il cinema italiano visto da Milano, XI edizione, 5 – 14 aprile 2013, Milano
Viaggio nel cuore della Romagna (e non solo)
Nella carriera di ogni autore prima o poi sopraggiunge una fase meditativa, un bilancio intimo, esplorativo del proprio percorso compiuto. Un momento in cui si accantona il desiderio di raccontare mondi inventati o appartenenti esclusivamente ad altri, per concentrarsi su se stessi, conoscersi e fare conoscere al pubblico la realtà, i luoghi, le persone che della formazione artistica sono stati ispiratori e bacino di influenze.
Il piccolo mare è innanzitutto un atto d’amore rivolto alla Marecchia, terra madre di Maurizio Zaccaro, che ha preparato questo documentario in solitudine per 2 anni, spesso non allontanandosi più di 200 m da casa, a volte affacciando la mdp semplicemente alla finestra, per assorbire e immortalare l’energia misteriosa del torrente che scorre tra le vallate romagnole. L’acqua sorgente di vita, testimone inestinguibile di tutte le cose, scandisce il tempo delle stagioni e di una tradizione che lotta per non scomparire malgrado i tentativi d’irruzione dell’esterno. Zaccaro ci mostra una natura che pulsa e si preserva, nella primavera di un eden primordiale di cui egli stesso sembra ancora in grado di stupirsi, e nella neve finale che copre la magia congelandola, circondando gli antichi mestieri, i ricordi di chi visse l’esperienza della guerra, i proverbi dialettali, il rituale del pranzo domenicale in famiglia, tra un bicchiere di vino, una fetta di salame e qualche storiella buffa. Un diario personale che celebra e si confronta con i grandi personaggi che in quei ruscelli si sono specchiati, Ezra Pound, Tonino Guerra. Quest’ultimo, qui intervistato pochi mesi prima della morte, rivela come il vento di quelle parti abbia mosso le sue parole e come i mondi poveri siano necessari alla poesia. Lontano però da una visione ambientalista troppo arcaica e conservatrice, Zaccaro dà spazio all’intrusione di artisti circensi e assemblatori di rottami metallici che poco hanno in comune con gli stampatori di tele, ammettendo così come la contaminazione in alcuni casi sia di arricchimento alla comunità. Necessaria a formare nuove possibilità di partecipazione pubblica, in sostituzione alle modalità già perdute, come ad esempio il teatro in piazza di S.Arcangelo. Ben diversamente invece è percepito il progetto dell’E45, autostrada che stravolgerebbe il paesaggio distruggendo l’assetto geologico, pericolo non solo locale ma di ogni vallata su cui si siano posati gli interessi imprenditoriali. Il piccolo mare allora, nato da un bisogno interiore coltivato nelle radici di un territorio, finisce per confluire idealmente in altri fiumi e nei sentimenti di altre popolazioni, evocando archetipi universali a cui solo un italiano ha saputo dare magistralmente forma nella storia del cinema. Un italiano che si è nutrito della stessa atmosfera e del respiro della stessa aria: Federico Fellini.
Journey to the heart of Romagna (and beyond)
In the career of every author sooner or later there comes a meditative phase, an intimate, exploratory stocktaking of one’s accomplished path. A moment in which one sets aside the desire to recount invented worlds or those belonging exclusively to others, in order to focus on oneself, to get to know oneself and to make the audience aware of the reality, the places, the people that of the artistic formation have been inspirers and basin of influences.
Il piccolo mare is first and foremost an act of love addressed to the Marecchia, the motherland of Maurizio Zaccaro, who prepared this documentary in solitude for 2 years, often not straying more than 200 m from home, sometimes simply leaning the mdp out the window, to absorb and immortalize the mysterious energy of the stream that flows between the valleys of Romagna. The water source of life, an unquenchable witness of all things, marks the time of the seasons and of a tradition that struggles not to disappear despite attempts to break in from the outside. Zaccaro shows us a nature that pulses and preserves itself, in the springtime of a primordial Eden of which he himself still seems able to marvel, and in the final snow that covers the magic by freezing it, surrounding the ancient trades, the memories of those who lived through the experience of war, the dialectal proverbs, the ritual of Sunday lunch with the family, between a glass of wine, a slice of salami and a few funny stories. A personal diary that celebrates and compares with the great figures who were mirrored in those streams, Ezra Pound, Tonino Guerra. The latter, interviewed here a few months before his death, reveals how the wind in those parts moved his words and how poor worlds are necessary for poetry. Far from an overly archaic and conservative environmentalist vision, however, Zaccaro gives space for the intrusion of circus artists and scrap metal assemblers who have little in common with canvas printers, thus admitting how contamination in some cases is enriching to the community. Necessary to form new possibilities for public participation, replacing already lost modes, such as theater in the square of St. Archangel, for example. Quite differently, on the other hand, is perceived the E45 project, a highway that would disrupt the landscape by destroying the geological setting, a danger not only local but of every valley on which business interests have settled. The small sea then, born of an inner need cultivated in the roots of a territory, ends up flowing ideally into other rivers and into the feelings of other populations, evoking universal archetypes that only an Italian has been able to masterfully shape in the history of cinema. An Italian who fed on the same atmosphere and the breath of the same air: Federico Fellini.
Il piccolo mare [Id., Italia 2012] REGIA Maurizio Zaccaro.
CAST Tonino Guerra, Alfonso Marchi, Annalisa Teodorani, Matteo Giorgetti.
SCENEGGIATURA Maurizio Zaccaro. FOTOGRAFIA Maurizio Zaccaro. MUSICHE Andrea Alessi, Theo Teardo.
Documentario, durata 65 minuti.






















Savignano sul Rubicone, Domenica 27 gennaio 2013 ore 10.00

L’aula magna della Rubiconia Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone, gremita in ogni ordine di posti per la presentazione, in anteprima nazionale, del film documentario “Il piccolo Mare. Luoghi e persone di cui voglio riferire”. Sono intervenuti il presidente di zona Lions Graziano Lunghi, il ministro plenipotenziario della Repubblica di San Marino Marcello Beccari, il dirigente della segretaria istituzinale Giovanna Crescentini, il sindaco di Savignano Elerna Battistini e l’attrice Marina Missironi (nella foto). La mattinata è stata introdotta dal cerimoniere Lions Mauro Gherardi e dopo i saluti del presidente onorevole Giancarlo Mazzuca e del presidente del Lions Club del Rubicone Stefano Berlini, il regista, sceneggiatore e produttore Maurizio Zaccaro ha presentato il suo film iniziando con una simpatica battuta: <Tutti mi hanno chiesto perché un film sul Marecchia viene presentato in anteprima a Savignano dove c’è il Rubicone”. Diplomato alla Scuola del Cinema di Milano, Maurizio Zaccaro ha lavorato con Ermanno Olmi, Maurizio Nichetti e Bozzetto. Ha realizzato sedici cortometraggi fra i quali Overkill, con cui nel 1982 ha vinto il premio Juso quale migliore film al festival internazionale di Oberhausen. Dal 1982 al 1990 ha collaborato con “Ipotesi Cinema”, laboratorio di cinema e televisione nato da un’idea di Paolo Valmarana ed Ermanno Olmi. Nel 2011 ha fondato la FreeSolo Produzioni. Il “Piccolo Mare” di Maurizio Zaccaro è il Marecchia con la sua storia straordinaria a cominciare dal suo antico nome “Maricula”, o “Piccolo mare” per i Romani ed è il fiume che poi ha visto nascere Rimini. Il Marecchia è un fiume carico di cultura e segreti che meritano di essere svelati, con il dovuto rispetto che ogni fiume, anche il più piccolo e insignificante, merita. Un film splendido con tocchi felliniani, dove il garnde Tonino Guerra ha una parte importante di racconti, così come le vecchie tradizioni, usanze e mestieri di una volta. Maurizio Zaccaro ha impiegato tre anni di riprese, più di cento ore di materiale girato, l’eterno confronto fra natura e uomo, 65 minuti di film che raccontano l’ultima valle incontaminata d’Italia e il suo fiume, il Marecchia che la gente del posto chiama, con affetto, “Piccolo Mare”. Un film che mette in guardia chi vuole perseguire idee di distruzione prima che l’intera Valmarecchia si trasformi nell’ennesima valle piena di mattoni e di scempi messi in atto dall’uomo. Ermanno Pasolini

Anno di produzione: 2013
Durata: 65′
Tipologia: documentario
Genere: ambiente/sociale
Paese: Italia
Produzione: Freesolo Produzioni
Distributore: n.d.
Data di uscita: 07/04/2013
Formato di ripresa: Full HD 1080
Formato di proiezione: HD, colore
Titolo originale: Il Piccolo Mare
Sinossi: Il Marecchia, importante fiume della Romagna. Un mondo che si affaccia sulle sue acque: le attività dell’uomo, le industrie e i piccoli artigiani, il fluire dei giorni e delle stagioni, il mutare dell’ambiente. Un viaggio in una valle di primordiale bellezza. Compagno silenzioso delle genti di Romagna, il Marecchia è un fiume carico di cultura e segreti che meritano d’essere svelati. Raccontato in questi termini potrebbe sembrare un film a sfondo ecologico ma non è così. L’ordito del progetto è sostenuto infatti da vari “mediatori del racconto” che incoraggiano lo spettatore a farsi condurre per mano “per molte strade” dove a volte la realtà è diversa da quello che in apparenza è. Uno di questi percorsi svela un pericolo che non solo il fiume ma l’intera valle sta rischiando. Alcuni sostengono infatti che il territorio soffre una cronica emergenza di collegamenti e auspicano una nuova strada che, intercettando la E45, colleghi l’Adriatico al Tirreno. In questo contesto “Il piccolo mare” mette in guardia chi vuole perseguire idee di distruzione prima che l’intera Valmarecchia si trasformi in una nuova Val Susa.
Tonino Guerra
Annalisa Teodorani
Giuseppe Boschetti
Alfonso Marchi
Soggetto:
Maurizio Zaccaro
Sceneggiatura:
Maurizio Zaccaro
Musiche:
Andrea Alessi
Teho Teardo
Montaggio:
Dario Indelicato
Fotografia:
Maurizio Zaccaro
Produttore:
Maurizio Zaccaro

Categorie
mauriziozaccaro Mostra tutti
Regista e sceneggiatore italiano.
Italian film director and screenplayer.