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Prossimamente: NAZARENO STRAMPELLI – L’ARTE DEL GRANO

Una vicenda dal sapore antico ma anche una metafora sull’oggi, sull’agricoltura moderna sempre più colpita dai fenomeni estremi del cambiamento climatico. L’approccio innovativo di Nazareno Strampelli  alla genetica agraria, ha portato infatti a significative migliorie nel campo della genetico del grano. Le sue tecniche, basate sull’ibridazione, hanno permesso di creare varietà di frumento ad alta produttività e resistenza alle malattie e soprattutto alla siccità.

A story with an antique flavor, but also a metaphor for today, for modern agriculture increasingly affected by the extreme phenomena of climate change. Nazareno Strampelli’s innovative approach to agricultural genetics has led to significant improvements in the field of wheat genetics. His techniques, based on hybridization, have made it possible to create wheat varieties that are highly productive and resistant to disease and, above all, drought.

PROSSIMAMENTE / COMING SOON

“NAZARENO STRAMPELLI -L’ARTE DEL GRANO” E’ ISCRITTO IN CONCORSO AL

PER LA SEZIONE FILM – DOCUMENTARI

L’Italia degli inizi del XX secolo é un paese prettamente agricolo e soprattutto nelle campagne la povertà devasta metà della popolazione. La penuria di cibo é causa delle più diffuse malattie del tempo fra le quali la pellagra. E la mancanza di cibo é la mancanza della principale risorsa del tempo, il grano. Per far fronte a questa devastante crisi l’Italia é costretta ad importarne consistenti quantità dall’estero compromettendo il già magro bilancio statale.

Viene così indetto dal Governo un concorso per istituire a Rieti (dove già si produce un famoso grano, il Rieti appunto) una cattedra ambulante di granicoltura per studiare e incrementare la produzione cerealicola. Nel 1903 un giovane agronomo marchigiano vince il concorso e arriva nel capoluogo sabino armato dalle migliori intenzioni. Si chiama Nazareno Strampelli.

L’unica dotazione che il giovane trova nell’improvvisato laboratorio é uno sgabello. Non c’é altro. Ma per sua fortuna Strampelli non é solo, ha portato con sé una assistente, una biologa donna e per quei tempi la cosa é decisamente rivoluzionaria. Si chiama Carlotta Parisani, ed è di famiglia nobile. Ma soprattutto Carlotta é sua moglie e per tutta la vita gli starà vicino nei suoi esperimenti, anche quando non daranno i risultati voluti. Infatti in quelle zone il problema principale é l’allettamento, cioé il ripiegamento a terra delle spighe dovuto al cattivo tempo. Il motivo é semplice, le spighe sono troppo alte.

Nel frattempo Strampelli fa arrivare a Rieti semi di grano da ogni parte del globo: nordafricani, russi, argentini, australiani, giapponesi, europei. Carlotta li cataloga, lui studia le caratteristiche di ognuno di loro. Comincia gli innesti tra grani diversi. La prima varietà di grano che nasce nel laboratorio é il grano “Carlotta”.

Strampelli lo dedica alla moglie che gli é sempre accanto. Ma il lavoro che il giovane genetista sta facendo comincia ad essere messo in discussione. I produttori del luogo vedono di malocchio la trasformazione del loro grano autentico Rieti, ne disconoscono l’origine. Non vogliono che i loro semi siano modificati. Risultato: Strampelli viene cacciato dall’Associazione Produttori e questo si riverbera anche sui finanziamenti ministeriali che finiscono per non arrivare.

Ma ormai, grazie anche al sostegno di un mecenate e senatore del regno,
Raffaele Cappelli, e soprattutto alla successiva vittoria in quella che venne definita da Benito Mussolini come “La battaglia del grano” il lavoro di Strampelli é riconosciuto a livello mondiale. Molti paesi fanno richiesta dei suoi grani. Cina, Messico, Ucraina, Russia e in ogni posto dove arrivano, le sementi di Strampelli hanno successo. In Italia Strampelli é finalmente ritenuto un’autorità ma nonostante ciò non brevettò mai i frutti dei suoi studi che lo avrebbero reso ricchissimo, preferì invece lasciare che l’umanità intera ne potesse trarre vantaggio per sconfiggere, ovunque fosse possibile, la fame e la miseria.

Quella che raccontiamo in questo film è la sua straordinaria quanto sconosciuta storia.

Italy of the early 20th century is a purely agricultural country and especially in the countryside poverty ravages half the population. The shortage of food is the cause of the most widespread diseases of the time, including pellagra. And the lack of food is the lack of the main resource of the time, grain.

To cope with this devastating crisis, Italy is forced to import large quantities from abroad, compromising the already meagre state budget.

Thus, the government announced a competition to set up an itinerant professorship of grain growing in Rieti (where a famous wheat, the Rieti, was already produced) to study and increase cereal production. In 1903, a young agronomist from the Marche region won the competition and arrived in the Sabine capital armed with the best of intentions. His name is Nazareno Strampelli.

The only equipment the young man finds in the improvised laboratory is a stool. There is nothing else. But fortunately for him, Strampelli is not alone, he has brought with him an assistant, a female biologist, and for those times, this is quite revolutionary. Her name is Carlotta Parisani, and she comes from a noble family. But above all, Carlotta is his wife and for the rest of her life she will stand by him in his experiments, even when they do not give the desired results. In fact, in those areas, the main problem is allurement, i.e. the falling back of the ears of wheat to the ground due to bad weather.

The reason is simple, the ears are too high.

In the meantime, Strampelli brings wheat seeds to Rieti from all over the world: North Africans, Russians, Argentines, Australians, Japanese, Europeans. Carlotta catalogues them, he studies the characteristics of each one. He starts grafting between different grains. The first variety of wheat born in the laboratory is the ‘Carlotta’ wheat.

Strampelli dedicates it to his wife who is always at his side. But the work the young geneticist is doing begins to be questioned. The local producers frown upon the processing of their authentic Rieti wheat, they disown its origin. They do not want their seeds to be modified. Result: Strampelli is kicked out of the Producers’ Association and this also has repercussions on ministerial funding, which ends up not arriving. Result: Strampelli is kicked out of the Producers’ Association and this also has repercussions on ministerial funding, which ends up not arriving.

But by now, thanks also to the support of a patron and senator of the kingdom,

Raffaele Cappelli, and above all the subsequent victory in what was defined by Benito Mussolini as ‘The Battle of Wheat’, Strampelli’s work is recognised worldwide. Many countries request his grains. China, Mexico, Ukraine, Russia and everywhere else they arrive, Strampelli’s seeds are successful. In Italy, Strampelli is finally considered an authority, but despite this he never patented the fruits of his studies that would have made him rich, he preferred instead to let the whole of mankind benefit from it to defeat hunger and misery wherever possible.

What we tell in this film is his extraordinary yet unknown story.

“L’uomo che allarga ogni giorno il suo dominio su tutto ciò che lo circonda non è padrone del tempo, il grande galantuomo che tutto mette a posto. E il tempo appunto è a me mancato per fare tante cose che pure avrei desiderato di veder compiute. Ma un compito prevalente e preciso era dinanzi a me, e doveva assorbirmi interamente: quello di perseguire e raggiungere finalità e risultati pratici della più immediata utilità per il mio Paese, che richiedeva e richiede non accademie di carta stampata, non il vano affaticarsi nel gioco delle parole che non danno frutti e non concludono; ma fatti e opere recanti un contributo al benessere e al progresso umano, e quindi un beneficio materiale tangibile alla economia della Nazione… Le mie pubblicazioni, quelle a cui tengo veramente, sono i miei grani: non conta se essi non portano il mio nome, ma ad essi è e resta affidata la modesta opera mia, svolta nell’interesse della granicoltura del mio Paese.”

Nazareno Strampelli

‘The man who daily expands his dominion over everything around him is not the master of time, the great gentleman who puts everything in its place. And time is precisely what I lacked to do many things that I would have liked to see accomplished. But a prevailing and precise task was before me, and it had to absorb me entirely: that of pursuing and achieving practical goals and results of the most immediate utility for my country, which required and still requires not academies of printed paper, not the vain fatigue in the game of words that do not bear fruit and do not conclude; but facts and works that contribute to human wellbeing and progress, and therefore a tangible material benefit to the nation’s economy… My publications, the ones I really care about, are my grains: it does not matter if they do not bear my name, but to them is and remains entrusted my modest work, carried out in the interest of my country’s graniculture.”

L’invenzione del grano Cappelli

Il marchese Raffaele Cappelli, deputato del Regno d’Italia, aveva lavorato nelle ambasciate di Londra, Vienna e Berlino ed era stato uno degli artefici del trattato della Triplice alleanza.  Appassionato di agricoltura, portò avanti la riforma agraria di inizio Novecento. Ma, per quello che interessa a noi, nel 1907 ebbe l’intuizione di concedere a Nazareno Strampelli il permesso di effettuare i suoi esperimenti nei campi di sua proprietà vicino a Foggia, negli stessi anni in cui Strampelli doveva minacciare due volte le dimissioni per riuscire ad ottenere dallo Stato i campi su cui portare avanti le ricerche.  Nel 1915 Strampelli completò il suo lavoro e rilasciò la varietà a cui diede il nome di Cappelli, ormai divenuto Senatore. Da quel giorno sono passati più di 100 anni ed è ancora una delle migliori varietà al mondo anche sotto l’aspetto dei valori nutrizionali.

The invention of Cappelli wheat.

Marquis Raffaele Cappelli, a deputy of the Kingdom of Italy, had worked in the embassies in London, Vienna and Berlin and was one of the architects of the Triple Alliance treaty. Passionate about agriculture, he carried out land reform in the early 20th century. But, as far as we are concerned, in 1907 he had the intuition to grant Nazareno Strampelli permission to carry out his experiments in the fields he owned near Foggia, in the same years in which Strampelli had to threaten to resign twice in order to obtain the fields on which to carry out his research from the state. In 1915, Strampelli completed his work and released the variety to which he gave the name Cappelli, by then having become a Senator. More than 100 years have passed since that day and it is still one of the best varieties in the world, also in terms of nutritional values.

“L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno climi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevoli frumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra peni sola. Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedi di lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavoliere delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di Leonessa, che dista poche ore da Rieti. Tre campi di comparazione e moltiplicazione : uno in un terreno siliceo argilloso calcareo; il 2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il terzo interreno calcareo argilloso arido . Si mirerebbe così alla costituzione di razze e varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci colline dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quelli di Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti alle siccità estive dei vari terreni dell’Italia Meridionale”

Nazareno Strampelli, 1919

“Our Italy has a very varied configuration, we have very different climates and soils, and it is not possible by working in a single locality, to arrive at obtaining valuable wheat adaptable to the different plagues of our peninsula alone. However, the intent could be achieved by establishing, as places of work, three typical localities, that is, by adding to the experimental fields of the Rieti plain and those of the tavoliere delle Puglie also other fields in some plateau situated about 1000 meters of the sea, such as that of Leonessa, which is a few hours from Rieti. Three fields of comparison and multiplication : one in a calcareous clayey siliceous soil; the 2nd in a calcareous clayey siliceous soil; and the third interland calcareous clayey arid . Thus, one would aim at the establishment of breeds and varieties responsive to the various soils of the valleys and rolling hills of central and northern Italy; with those of Leonessa one would seek to provide for the soils of the mountains and high hills, and with those of Foggia one would seek wheat and other cereals resistant to summer droughts from the various soils of southern Italy.”

“Certo, non avrei potuto da solo compiere un lavoro la cui mole non esito a chiama imponente, come del resto debba apparire da quanto precede, se non avessi avuto dei preziosi collaboratori. Fra questi, con la commozione che mi arreca il ricordo straziante di un bene inestimabile perduto, debbo collocare al primo posto la compianta mia consorte Carlotta, venutami a mancare il 12 marzo 1926. Essa è stata per me non solo la compagna della vita, non solo la madre impareggiabile dei miei due figli, ma la collaboratrice preziosa ed entusiasta, mai stanca di prestare la sua opera intelligente, esempio a me ed agli altri collaboratori di attività e di sacrificio. Essa mi ha aiutato nei più delicati lavori di ibridazione, rimanendo talvolta per lunghe ore sotto il sole e non trascurando per questo la vigile cura dei figli, piccoli, che essa si conduceva dappresso, nella culla, per non mai distaccarsene.”

Nazareno Strampelli

“Certainly, I would not have been able alone to accomplish a work whose size I do not hesitate to call imposing, as indeed it must appear from the foregoing, if I had not had valuable collaborators. Among these, with the emotion that the heartbreaking memory of a priceless asset lost brings me, I must place in first place my late wife Carlotta, who passed away on March 12, 1926. She was for me not only the companion of life, not only the incomparable mother of my two children, but the precious and enthusiastic collaborator, never tired of lending her intelligent work, an example to me and the other collaborators of activity and sacrifice.”

Nel benedirti, come ho sempre fatto, ti riconfermo che mai più mi preoccuperò di te, delle tue cose, e che esigo da te il non più menomamente preoccuparti di me. Ti lascio un nome onorato ed onorabile! Desidero che tu lo mantenga tale!. Non posso non dart i un ultimo consiglio. Tu hai una professione che ti da soddisfazioni materiali e morali, sfuggi le speculazioni, come fanno i tuoi grandi colleghi onesti e dignitosi; le speculazioni lasciale a chi non ha altro mestiere.

Tuo padre.

In blessing you, as I have always done, I confirm that I will never again worry about you or your affairs, and I demand that you no longer worry about me in the slightest. I leave you with an honorable and respectable name! I want you to keep it that way! I cannot help but give you one last piece of advice. You have a profession that gives you material and moral satisfaction. Avoid speculation, as your great, honest, and dignified colleagues do. Leave speculation to those who have no other profession.

Your father.

Augusta, Benedetto e Carlotta

IMMAGINI DAI SET

Crispiero, Castelraimondo, Rieti, Pennabilli, Foggia, Roma

La piana del Tavoliere delle Puglie (granaio d’Italia con 240.000 ettari coltivati) vista da Rignano Garganico.

Con Pasquale De Vita, responsabile del CREA ( Consiglio per la Ricerca in Agricoltura ed Economia Agraria ) di Foggia.

Con Ilaria Barbanti – Archivio di Stato – Rieti

Archivio di Stato – Rieti: Ilaria Barbanti

Castelraimondo (Mc)

A Campomoro (Rieti) – Roberto Lorenzetti all’ex Istituto di Granicoltura.

Le pronipoti di Nazareno Strampelli Cristina Carlini e Maria Grazia Carlini con la figlia Flavia Bruno, nella casa di Crispiero (Castelraimondo)

Al montaggio: Gaia Mandara

Foggia

Crea – Foggia

REPERTORIO

Bento Mussolini – Discorso ai rurali italiani

Mao Tse Tung

LIBRI SU NAZARENO STRAMPELLI

Descrizione

168x240h mm, 324 pp., ill. Strampelli arrivò a Rieti nel 1903 come direttore di una semplice Cattedra Ambulante di Granicoltura nata per valorizzare il Rieti originario, una varietà di grano da seme molto apprezzata in Italia. In poco tempo rivoluzionò quella piccola istituzione trasformandola in un centro di ricerca noto in tutto il mondo. Senza conoscere le leggi di Mendel, al tempo ancora ignote, dette vita al sistema degli incroci tra due varietà diverse di grano per crearne una terza, controllando le qualità positive dei due grani d’origine. Riuscì in tal modo a creare varietà adeguate alle diverse zone agrarie d’Italia aumentandone notevolmente la produzione. Su di lui investirono tutti, dai governi giolittiani al fascismo. Nel 1925, grazie soprattutto ai suoi grani, nacque la “battaglia del grano”. In breve i grani Strampelli acquisirono il monopolio della granicoltura italiana. Venne nominato senatore per meriti scientifici e ottenne numerosi altri riconoscimenti istituzionali. Negli anni Venti del Novecento venne chiamato in Argentina per studiare la politica cerealicola della Pampas. I suoi grani si diffusero capillarmente in gran parte del mondo. Più tardi gli stessi grani che furono alla base della “battaglia del grano” durante il fascismo, vennero massicciamente impiegati nella Cina comunista di Mao Zedong dove contribuirono a quintuplicare la produzione granaria di quel Paese.

Nella prima metà del Novecento Nazareno Strampelli creò centinaia di nuove varietà di frumento che consentirono un sensibile aumento della produttività sia in Italia che in numerosi paesi del mondo. Strampelli operò sempre in stretta sintonia con i diversi governi del suo tempo, dal periodo giolittiano al fascismo, costruendo una rete di centri di ricerca e sperimentazione, le cosiddette stazioni fitotecniche, insediate dal nord al sud del Paese, ognuna delle quali con precisi compiti scientifici. Si devono a lui i cosiddetti grani della vittoria con i quali durante il fascismo si raggiunse l’autosufficienza granaria anche se questa, collocata all’interno della demagogica politica autarchica del regime, non produsse sostanziali benefici all’economia nazionale. I suoi grani si diffusero ben presto in numerosi paesi del mondo, europei ed extraeuropei, tra i quali la Francia, l’Argentina, l’ex Jugoslavia e soprattutto la Cina. Oggi diversi suoi grani creati, tra cui il Senatore Cappelli e il San Pastore, stanno conoscendo una nuova fortuna e si moltiplicano in tutto il Paese le esperienze di nuova pastificazione e panificazione.

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mauriziozaccaro Mostra tutti

Regista e sceneggiatore italiano.
Italian film director and screenplayer.